Mio figlio ha esordito così alla notizia che avevo prenotato il posto
sul pullman per andare al parco di Monza in occasione della visita pastorale di
Papa Francesco a Milano. E come per tutte le domande dei preadolescenti la risposta non può
essere scontata e facile: una persona in divenire non si può condire via con un
“perché sì” o un “perché mamma ci tiene”…
Ma come spiegare che è importante esserci per far sentire il proprio
affetto a questo Papa tanto amato (ma anche contestato dai “farisei” dei nostri
tempi), per pregare con lui e per lui, per portare le intenzioni di chi magari
vorrebbe andarci ma non può?
Anche se sarai solo uno fra tanti (un milione secondo le stime), anche
se rischi di non vederlo se non dal maxi-schermo, se devi mettere in conto ore
di attesa, di code, magari sotto la pioggia….
Forse certe cose non si possono spiegare a parole, si capiscono meglio
vivendole: così sabato mattina ci siamo svegliati con un sole inaspettato e
stupendo che ha salutato l’arrivo di Papa Francesco e abbiamo affrontato questa
avventura…
Nonostante le varie vicissitudini posso dire che tutto è andato
proprio come doveva: nonostante la strada sbagliata che ci fa arrivare in
ritardo ed alloggiare nel settore più periferico (be, ma Francesco non è il
Papa delle periferie?) che però ha molto spazio libero e così i bambini possono
correre e giocare; il telefonino che va in tilt proprio all’ingresso del parco
(adesso come faccio a fotografare il Papa?!?) e che ti dà modo di vivere a pieno questa esperienza senza
avere la preoccupazione di condividerla in tempo reale sui social…; il pass per
entrare nel settore più centrale e più vicino al palco che resta in tasca
perché ha più senso restare vicino alla famiglia, agli amici, al Don e alla tua comunità, tanto
alla fine la papamobile passa anche dal nostro settore in “periferia”.
E alla fine della giornata, quando la stanchezza si fa sentire tutta,
ti rendi conto che la risposta alla domanda di tuo figlio è già arrivata, che
non serviranno altre spiegazioni, se nel viaggio di ritorno sul pullman lo
senti ridere e parlottare con gli amici affermando “Però che bello oggi, ho
visto il Papa dal vivo” e poi a casa “mamma che bello oggi abbiamo anche
giocato e ci siamo divertiti, però durante la Messa, hai visto? siamo stati in
silenzio e attenti…”
L’emozione di vedere Papa Francesco passare così vicino, anche se solo
per una manciata di secondi, sarà un ricordo indelebile. Come indelebili
saranno le sue parole sentite dal vivo e la Santa Messa celebrata con lui, in
un pezzo di prato lontano dal palco ma comunque vicinissimo…
Come il sole ha scaldato e illuminato tutta la giornata, la presenza
di Papa Francesco ha scaldato i nostri cuori e le sue parole ci hanno
illuminato.
“Abbiamo appena ascoltato l’annuncio più
importante della nostra storia: l’annunciazione a Maria”
E lui, Papa Francesco cosa è venuto ad annunciare a
Milano? Parole di speranza e di gioia nella sua omelia, una riflessione intensa
che è impossibile riassumere in poche righe, ma che almeno in parte voglio
citare:
“Dio stesso è
Colui che prende l’iniziativa e sceglie di inserirsi, come ha fatto con Maria,
nelle nostre case, nelle nostre lotte quotidiane, colme di ansie e insieme di
desideri. Ed è proprio all’interno delle nostre città, delle nostre scuole e
università, delle piazze e degli ospedali che si compie l’annuncio più bello
che possiamo ascoltare: «Rallegrati, il Signore è con te!». Una gioia che
genera vita, che genera speranza, che si fa carne nel modo in cui guardiamo al
domani, nell’atteggiamento con cui guardiamo gli altri. Una gioia che diventa
solidarietà, ospitalità, misericordia verso tutti.”
“Dio continua a percorrere i
nostri quartieri e le nostre strade, si spinge in ogni luogo in cerca di cuori
capaci di ascoltare il suo invito e di farlo diventare carne qui ed ora.“
Sabato pomeriggio si è spinto in un parco e ha raggiunto un milione di
cuori… Grazie a Papa Francesco!!!
Ma ogni giorno Lui ci cerca nelle nostre case, nelle nostre lotte
quotidiane: saremo capaci di ascoltarlo?
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